Cinema

Ritratti veraci e autentici

Tre storie al femminile in tre corti che raccontano la Sicilia

Il 2021, così come l’anno che l’ha preceduto, non è stato di certo tra i più piacevoli, eppure il Taormina Film Festival, giunto alla sua 67a edizione, ha concesso agli appassionati di cinema e non di godere della normalità ormai tanto agognata, o almeno in parte. Come da consuetudine viene proposta al pubblico la proiezione di cortometraggi e lungometraggi, nuovi prodotti cinematografici e un cospicuo insieme di interviste e conferenze.

La nostra attenzione è stata catturata da tre cortometraggi girati in tre diverse zone della Sicilia; raccontano di donne, donne non italiane che interagiscono con la Sicilia o, al contrario, donne siciliane che si affacciano a realtà apparentemente diverse. La bellezza imperfetta di Davide Vigore ci parla di Palermo, di luoghi, storie e risorse umane ancora da raccontare, di un centro storico decadente e fragile quanto il personaggio della storia e viene da chiedersi perché stiamo al mondo. Il cortometraggio diretto da Giovanna Bragna Sonnino, Salviamo gli elefanti, viene proposto per la prima volta al pubblico e ci racconta come le strade di due persone completamente diverse e che non hanno neppure a disposizione i mezzi per comunicare possano intrecciarsi. Il corto Schafira, invece, è stato girato a Santa Teresa di Riva e curato da Fabrizio Sergi, ex studente del liceo classico Trimarchi della cittadina sopracitata. Racconta di una donna forte e segnata dalle difficoltà vissute. Non ci sono attori professionisti, seguiamo la storia della protagonista commovendoci con lei. Indimenticabile è lo sguardo malinconico rivolto alla luna di Omar Kamissoko, giovane di origine somale che la redazione di ClassicBlog ha conosciuto durante la realizzazione del cortometraggio L’amicizia sul filo, realizzato dalla classe, negli anni del ginnasio, con dedizione e impegno.

Il punto di forza dei cortometraggi risiede nella diversità di cui a volte si parla tanto, altre volte non abbastanza. È un punto di forza perché è ciò che rende dinamiche le nostre vite, non ci rende scontati, noiosi, fotocopie identiche.

Siamo ancora troppo diffidenti nei confronti del diverso, incapaci di capirlo, o anche solo di provare a capirlo, e di conseguenza incapaci di capire noi stessi, di guardarci senza filtri.

È un circolo senza fine: l’ignoranza genera paura, la paura genera l’odio, l’odio genera violenza e si ricomincia, sempre seguendo lo stesso schema. Forse non siamo abbastanza attenti, interessati e allontanarsi da questa ignoranza sembra un po’ difficile. Eppure cortometraggi come questi accendono un lumicino di speranza in noi, ci ricordano che c’è gente ben disposta al cambiamento.

Federica Virecci Fana

Ciao a tutti, sono Federica Virecci Fana e curo la sezione del blog dedicata al cinema. Se la mia vita fosse un film, probabilmente sarebbe un musical come "Mamma mia!", quel capolavoro con Meryl Streep e Colin Firth. Perché non trasferirsi in Grecia e aprire un hotel? Conosco già le canzoni degli ABBA, non mi manca nulla.

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