Cinema

Tra pellicola e pennello

“Non possiamo che parlare con i nostri dipinti”

Francia, 1891. Il giovane Armand Roulin riceve l’incarico dal padre, il postino Joseph Roulin, di recapitare una lettera scritta dall’amico Vincent Van Gogh, morto suicida da ormai un anno, al fratello Theo. Armand si ritroverà sempre più coinvolto e deciso a scoprire cosa sia davvero accaduto al pittore olandese. Il film getta una nuova luce riguardo la morte di Vincent Van Gogh: il colpevole della sua morte potrebbe essere il giovane René Secrétan che amava vagare tra i campi con una pistola e vestito da cowboy. Tuttavia, uscendo dalla visione che ci dona il lungometraggio, molte sono le prove a favore di René Secrétan: Vincent Van Gogh tempo addietro aveva tentato di togliersi la vita e i suoi ultimi mesi furono particolarmente difficili, inoltre sembra che il dottor Gachet rivelò al pittore Emile Bernard come Vincent lo avesse avvisato che, se lo avesse salvato, avrebbe provato nuovamente a togliersi la vita.

A prima vista, questa sembrerebbe la trama di un film incentrato attorno la morte di una tra le più inquiete e talentuose personalità della storia, tuttavia, nulla è come appare e questo film è una sorpresa.

Scritto e diretto da Dorota Kobiela e Hugh Welchman, “Loving Vincent” è il primo lungometraggio animato interamente dipinto a mano, fotogramma per fotogramma, da un team di oltre cento artisti. Il progetto nasce in seguito alla lettura delle lettere di Van Gogh indirizzate al fratello che hanno letteralmente travolto Dorota Kobiela, registra, produttrice e sceneggiatrice polacca, durante un difficile periodo della sua vita.

Se la realizzazione di ogni prodotto cinematografico, che sia ben riuscito o meno, richiede un enorme impegno da parte dell’intera troupe, “Loving Vincent” ha necessitato di una spesa che ammonta a 5.500.000$ e un lavoro della durata di circa sei anni. Un originale successo e una vera e propria novità nel mondo del cinema, il film è uscito nelle sale cinematografiche nel 2017.

“Non possiamo che parlare con i nostri dipinti”, scrive in un appunto Vincent: in questo consiste la singolarità del film poiché i dipinti stessi parlano da sé, raccontando una storia: le opere di Van Gogh Il caffè di notte, Notte stellata, Campo di grano con volo di corvi, e tanti altri lavori, diventano sfondo delle vicende e i ritratti di Armand Rulin, Marguerite Gachet, il Postino Roulin, il Dottore Paul Gachet (e ulteriori soggetti) prendono vita, intavolando veri e propri discorsi tra di loro.

I personaggi ritratti da Van Gogh sono realmente esistiti e la realizzazione di “Loving Vincent” ha richiesto la presenza di attori che hanno assunto il ruolo dei protagonisti stessi dei quadri del pittore olandese.

Il lungometraggio si aggiudica un premio agli European Film Awards nel 2017 e nello stesso anno ottiene il Premio del Pubblico al Festival d’Annecy e viene considerato uno tra i migliori dieci film indipendenti dal National Broad of Review Awards.

Federica Virecci Fana

Ciao a tutti, sono Federica Virecci Fana e curo la sezione del blog dedicata al cinema. Se la mia vita fosse un film, probabilmente sarebbe un musical come "Mamma mia!", quel capolavoro con Meryl Streep e Colin Firth. Perché non trasferirsi in Grecia e aprire un hotel? Conosco già le canzoni degli ABBA, non mi manca nulla.

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