Attualità

Il “gregge digitale” cambi pascolo

Quando bisogna condannare il web?

A distanza di quasi un mese dall’assalto del Campidoglio di Washington DC, è importante valutare il livello di importanza che, individualmente e collettivamente, attribuiamo al macrocosmo dei Social Network. Quanto è accaduto oltreoceano deve servirci da monito; il mondo Social rischia sempre più spesso di diventare un’arma letale che, finita tra le mani sbagliate, rischia di favorire eventi che potrebbero rasentare la catastrofe.

Stiamo vivendo, talvolta inermi, una fase di cambiamento del metodo di diffusione delle notizie. Grazie all’intuitività delle piattaforme anche le autorità politiche e gli organismi internazionali vedono il “gran bazar digitale” come ottimo espediente comunicativo, sempre più diretto e immediato. Basti pensare agli hashtag: piccoli slogan che riescono a mettere in comunicazione molte persone che condividono un’idea, un pensiero o un’emozione. I social lanciano anche la sfida della sinteticità. Spesso l’utente è obbligato a rispettare alcuni criteri relativi alla lunghezza e alla punteggiatura dei propri messaggi. Questa continua ricerca dell’essenziale è l’emblema di una società che tende a banalizzare quasi tutto ciò che può sembrare a prima vista prolisso seppure, a volte, importante.

È risaputo che, se usato in modo opportuno, il mondo social può rivelarsi una miniera d’oro: sono molti i giovani che sperano di trovarvi una sicura fonte di guadagno, il che porta inevitabilmente alla pubblicazione di una vastissima gamma di contenuti, sempre diversi, sempre innovativi, alcuni dei quali rischiano di rivelarsi puri “Ludibria dignitatis”.

In una decadenza così cronicizzata risulta estremamente difficile imbattersi in post o pages che diffondono cultura o affrontano le molteplici problematiche che la società di oggi vive anzi, è sempre più semplice imbattersi in veri e propri diffusori della menzogna. Bisogna essere abili nel setacciare il Vero che i grandi “seduttori digitali” riescono a trasmettere: sempre più spesso ci si rende conto che quasi nessuna differenza si nota tra le pecore che seguono un pastore e gli account che seguono un “influencer” che, alcune volte, viene addirittura idolatrato.

Quando si potrà dire con orgoglio di frequentare un social che è agorà virtuale dove è piacevole bazzicare e dove la cultura è incentivata?

Rosario Patti

Sono Rosario e faccio tante cose. Adoro sognare, l'ironia, i libri, i pranzi di Natale ed essere autentico a 360°. Mi piace chiacchierare di Arte, di mete da esplorare e di musica. Amo la poesia e il dialogo con le persone che mi circondano.

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