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Crisi Russia-Ucraina, alle radici di un conflitto

Il dossier della nostra redazione

In queste giornate, i rapporti già tesi tra Russia e Ucraina hanno visto un esponenziale acuirsi della situazione di attrito tra le due potenze. Per poter godere, però, di uno sguardo sinottico relativo agli eventi a cui stiamo assistendo, occorre tornare indietro nel tempo di circa un secolo. Dopo la “Rivoluzione di Ottobre” del 1917, ispirata da Lenin, e in seguito agli anni della guerra tra le fazioni dei “Rossi e dei Bianchi” si assistette ad una graduale riorganizzazione del Paese. Nel 1922 nasceva, così, la celebre “Unione delle repubbliche socialiste sovietiche” (URSS) che sarebbe stata sciolta solo nel 1991.

Dopo la caduta del muro di Berlino e il crollo del blocco comunista, si attuò un vero e proprio “processo di restaurazione” volto a creare nuovi Stati, seppur nell’accezione territoriale del termine. Così, all’interno di una medesima compagine statale, si sono trovati costretti a vivere numerosi popoli, diverse etnie. Così è accaduto in Ucraina. Da qui si spiega il termine “Repubblica separatista o filo-russa”.

La popolazione dell’Ucraina è un mosaico frutto di incontri e scontri tra popoli diversissimi tra loro: Sciti, Sarmati, Cosacchi, Goti, Daci e molti popoli stanziali delle coste del Ponto Eusino (l’attuale mar Nero).

Nei giorni scorsi la situazione politica, già gravemente compromessa e basata su equilibri fragilissimi, è degenerata quando alcune perentorie dichiarazioni di Vladimir Putin, “Zar di tutte le Russie 2.0”, hanno messo in crisi i popoli e l’intero corpo diplomatico mondiale. Alla Russia non sta per niente bene che l’Ucraina sia orientata sempre più verso un processo di occidentalizzazione che consiste nell’adesione all’UE prima e, cosa ancor più sgradita al Cremlino, all’Alleanza Nord-Atlantica, a guida statunitense che, dalla fine della seconda guerra mondiale garantisce pace e coesione tra le potenze democratiche dell’Occidente.

Una situazione che fa rivivere al mondo intero il clima della famigerata Guerra fredda che nella seconda metà dello scorso secolo ha tenuto col fiato sospeso, a più riprese, tutti i popoli della Terra. Nelle scorse ore lo stesso Presidente ucraino Zelenskyy (n.1978) con le più importanti cariche repubblicane, nella fredda sera Kievita, ha affidato a un video girato col proprio cellulare la propria determinazione nel voler restare nella Capitale tenendo in conto anche le possibili conseguenze: “Questa potrebbe essere una delle ultime volte che mi vedete in vita” ha detto quasi commosso ai concittadini.

La delicata situazione europea interessa il mondo intero. Nelle scorse ore, secondo fonti ANSA, il Ministro cinese degli Esteri ha delineato una posizione sostanzialmente ambigua in materia nel corso di colloqui telefonici con alcuni tra i leader delle più importanti potenze globali. Lo stesso ministro Wang Yi avrebbe affermato che, pur rispettando la sovranità democratica del Paese guidato da Zelenskyy, occorrerebbe ascoltare le “legittime richieste di sicurezza” manifestate dal gigante Russo.

Nuove speranze si accendono in vista dell’incontro di domani mattina tra i delegati delle due potenze.

Le notizie arrivano in modo concitato e la nostra redazione segue attentamente l’evolversi della situazione.

Rosario Patti

Sono Rosario e faccio tante cose. Adoro sognare, l'ironia, i libri, i pranzi di Natale ed essere autentico a 360°. Mi piace chiacchierare di Arte, di mete da esplorare e di musica. Amo la poesia e il dialogo con le persone che mi circondano.

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