Cinema

Un’amicizia su ruote

"Andiamo a respirare un po'"

Uno dei film più toccanti che siano mai stati realizzati, a mio parere, e nel quale vengono magistralmente mescolate commedia e dramma. “Quasi amici”, risulta essere il film francese di maggior successo del 2011, è una commedia diretta da Oliver Nakache e Èric Toledano della durata di 113 minuti.

Il film si apre con una scena che vede i due protagonisti in macchina, Philippe e Driss, i quali vengono fermati dalla polizia per via dell’alta velocità. Nel momento in cui stanno per essere arrestati, Driss prova a spiegare perché hanno superato il limite di velocità, giustificandosi dicendo che si stavano recando in ospedale, per un’emergenza. Philippe sembra essere colpito da un ictus, e gli agenti della polizia, credendo ai due li scortano fino al pronto soccorso. Dopo l’allontanamento della pattuglia si vede che in realtà Philippe sta bene, e che ha, semplicemente, finto per evitare le conseguenze. Dunque inizia un flashback che racconta l’inizio della loro amicizia.

Fino a questo momento abbiamo omesso un’informazione fondamentale. Philippe, infatti, è un ricco tetraplegico alla ricerca di un badante e alla sua porta si presenta il sopra citato Driss, il quale, tra i candidati con lunghi curriculum, sembra essere il meno adatto per il lavoro. Quest’ultimo non è realmente interessato a lavorare per lui, bensì è lì solo a farsi rilasciare l’attestato di partecipazione al colloquio, per continuare a ricevere i sussidi, ma a sorpresa di tutti Philippe sceglierà proprio lui per il ruolo.

Da qui l’inizio della loro amicizia; Driss nonostante l’incompetenza iniziale riuscirà con il suo essere genuino a far dimenticare il malessere fisico di Philippe e fargli riprendere in mano la sua vita.

Il film mostra come due persone di due mondi completamente diversi, riescano a trovare un punto d’incontro, trasmettersi dei nuovi valori e interessi e a migliorarsi l’un l’altro.

Siamo qui se serve, non ci muoviamo… soprattutto lui!

Da qui possiamo notare come Driss tratti l’insufficienza fisica di Philippe con leggerezza e trattandolo come quello che è… una persona.

Molto spesso, infatti, le persone affette da tetraplegia o quadriplegia, una paralisi del torso e di tutti e quattro gli arti conseguente ad un trauma o da una malattia, sono trattate diversamente e, anche se inconsapevolmente, si ricorre a gesti o a parole che risultano sconvenienti, come se ormai loro non fossero nient’altro che la loro condizione. Driss nel film spesso si dimentica di fare cose basilari per Philippe, come per esempio sorreggergli il telefono o passargli le cose dimenticando che non può prenderle. Philippe stesso usa queste parole per fare capire a tutti il motivo per cui abbia scelto Driss:

È esattamente questo, quello che voglio: nessuna pietà. Spesso mi passa il telefono, sai perché? Perché si dimentica. È vero, non ha una particolare compassione per me, però è alto, robusto, ha due braccia, due gambe, un cervello che funziona, è in buona salute; allora di tutto il resto a questo punto, nel mio stato, come dici tu, da dove viene, che cosa ha fatto, io me ne frego.

Questa è una storia di un’amicizia, di due persone che si sono salvate a vicenda senza gesti esagerati ma solo con scherzi, ironia e grandi verità celate dietro semplici battute.

Marika Raneri

Sono Marika Raneri e mi occupo della sezione dedicata ai libri. Non so come definirmi, e visto che mi fido più di Internet che di me stessa ho deciso di fare un test “che libro sei” ed a quanto pare sono “Il piccolo principe” di Antoine de Saint-Exupéry. Non so quanto mi rispecchi ma se lo dice internet ci crediamo. Quindi vi consiglio di leggere “Il piccolo principe” per capire meglio me e voi stessi. Buona lettura!

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