Libri

1984: una “lente” per guardare il mondo

"Il Grande Fratello ti sta guardando"

Molti sono i libri scritti nel corso della storia ma pochi quelli che si possono considerare eterni e sempre attuali. Uno tra questi, ritenuto un grande classico della letteratura inglese è 1984, libro del celebre autore George Orwell, pseudonimo di Eric Arthur Blair, scrittore e giornalista, conosciuto anche per aver scritto “La fattoria degli animali”. Avendo letto entrambe le opere posso dire di aver riscontrato delle analogie in quanto l’autore nei due romanzi riesce a creare delle realtà distopiche e alternative, quasi al limite della credibilità, che però hanno lo scopo di ritrarre la società del tempo in cui egli vive (tra il 1903 e il 1950). Tuttavia, leggendo ci si può rendere conto di come ciò che scrive possa essere applicabile anche alla nostra realtà, perché i tempi cambiano ma l’uomo e i problemi ad esso relativi rimangono sempre gli stessi.

1984 viene scritto nel 1948, al seguito del secondo conflitto mondiale. Una realtà che vive riflessa anche nel romanzo, difatti, ci viene presentata la Terra divisa in tre grandi aree d’influenza: l’Eurasia, l’Estasia e l’Oceania, queste, in continua lotta fra loro, sono tutte e tre governate da rigidi sistemi dittatoriali. Al governo di quest’ultima troviamo il Grande Fratello, una figura politica ritratta in tutti manifesti, ma che effettivamente nessuno ha mai visto di presenza.

Uno degli slogan persistenti è “il Grande Fratello ti sta osservando”; la libertà personale è pressoché inesistente.

In ogni parte della città, e anche all’interno delle abitazioni stesse, sono presenti dei teleschermi pronti a trasmettere degli annunci del partito e a supervisionare ventiquattro ore al giorno ciò che i cittadini fanno mentre chi non rispetta le leggi sembra scomparire nel nulla.

La manipolazione dei fatti e la “cancellazione” delle persone sembrano essere due dei pilastri portanti di questo governo del terrore. Ad occuparsi in parte di queste “correzioni” è il Ministero della Verità in cui lavora il protagonista del libro, Winston Smith. Il romanzo si apre con il nostro Winston che, preda dei sensi di colpa, e intimorito dalla Polizia del Pensiero (polizia che si occupa di tutti coloro che anche solo con il pensiero infrangono i voleri del partito), decide di scrivere i suoi pensieri sovversivi in un diario. In Winston c’è, dunque, una prima vera e propria presa di coscienza, e con lui man mano, andremo a scoprire quanto in realtà sia corrotto il sistema politico ivi presente.

Ritengo che 1984 sia da leggere, comprendendo i diversi gradi di lettura, e che leggerlo anche mille volte non basti, poiché tocca tantissime tematiche in modo ampio e completo. Inoltre, è uno specchio impeccabile che ritrae il passato, riflette il presente e che probabilmente ci dà uno scorcio di ciò che sarà il futuro. Il modo in cui ritrae l’uomo come un completo ammasso di carne semplicemente soggetto a forze esterne, e non artefice del proprio destino, sembra richiamare la sensazione che anche oggi alle volte proviamo, vale a  dire quella di essere tante piccole componenti di un sistema più grande. Perdiamo valore come singoli, veniamo lasciati a noi stessi, a vivere una vita grigia, dedita, unicamente, al lavoro.

Altro tema, a mio parere, fondamentale è la manipolazione delle informazioni; quanto di ciò che ci viene detto è vero? Sappiamo la vera realtà dei fatti o anche qua siamo in balia di chi ci governa?

Non meno interessante è lo sviluppo del linguaggio, nel romanzo ogni anno i linguisti del ministero si impegnano a redigere un dizionario della “Nova Lingua” una lingua innovativa, contenente sempre meno parole. Un esempio evidente di come la limitazione del linguaggio coincida con la limitazione del pensiero stesso. Se non hai le parole per dirlo non puoi pensarlo, “chiave di potere” di un sistema dispotico che in quanto tale mira alla limitazione della cultura e così alla limitazione del singolo soggetto, rendendolo come un automa il cui unico scopo è lavorare e arricchire il paese.

Un romanzo che mostra, senza dubbio, come l’ignoranza sia la nostra più grande schiavitù, meno sappiamo più facilmente siamo manovrabili. Per questo vi lascerò con una citazione che penso dimostri al meglio ciò di cui vi ho parlato:

In fin dei conti, come facciamo a sapere che due più due fa quattro? O che la forza di gravità esiste davvero? O che il passato è immutabile? Che cosa succede, se il passato e il mondo esterno esistono solo nella vostra mente e la vostra mente è sotto controllo?

Cristina Di Maria

“I genitori ti insegnano ad amare, ridere e correre. Ma solo entrando in contatto con i libri, si scopre di avere le ali” (Helen Hayes). Vivo in un piccolo paesino in prossimità del mare in cui non c’è molto da fare. Cerco di impiegare il mio tempo libero ascoltando musica, andando in spiaggia, uscendo con gli amici ma soprattutto leggendo, poiché è un modo diverso per viaggiare, librare le proprie “ali” e volare via da qui.

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