Libri

La nostra “casa” di acqua salata

Il Mediterraneo: una storia di idee

L’incontro dal titolo evocativo “Il mediterraneo delle culture” che si è tenuto nella mattinata di domenica 20 giugno al Taobuk è stato davvero seducente, un toccasana per chi è attratto dal mondo antico e ama gli studi classici. Fabrizio Mollo e Paolo Giulierini, due tra i più eminenti studiosi in ambito archeologico del nostro paese hanno parlato, sotto l’abile guida della moderatrice Patrizia Danzè, dei loro nuovi libri: “Stupor mundi” (P. Giulierini, Rizzoli ed.) e “Uomini e merci tra Sicilia e Bruzio”(F. Mollo, Rubbettino ed).

La conversazione si è aperta con un appello unanime indirizzato ai giovani, affinché non perdano mai la sensazione di meraviglia che può scaturire dagli studi classici e dal contatto con reperti e ricordi di donne e uomini come noi, vissuti prima di noi. Una professione, quella dell’archeologo, che mette costantemente a disposizione del futuro i frutti di un’incessante ricerca basata sul passato. Sebbene i musei, come il suggestivo MANN (Museo archeologico nazionale di Napoli, diretto dallo stesso Giulierini), siano scrigni di tesori, è opportuno non dimenticare che molte tra le meraviglie esposte, esempi di bellezza, erano appannaggio esclusivo dei ceti societari più alti.

Amare il mondo classico significa, perciò, distaccarsi da una visione prettamente contemplativa di una bellezza elitaria per avvalersi di un approccio globale, senza pregiudizi, alle diverse situazioni.

La forza del Mediterraneo, come la storia ci insegna, è stata da sempre la naturale propensione alla ξενία, alla simbiosi che scaturisce dalla contaminazione di popoli.

Oggi sembra che questa attitudine sia venuta meno.

In nome di questa visione sincretica, in una società che tende sempre più alla globalizzazione, a parere di Giulierini, converrebbe distaccarsi da uno sguardo occidentalista e, ancor meglio, sarebbe opportuno che ogni polo museale fosse capace di offrire al visitatore una visione sinottica ed esaustiva a livello cronologico in modo che: “Anche il turista Cinese, visitando un museo in Italia, possa essere in grado di sapere cosa stesse accadendo nel suo paese nell’epoca in cui risale il reperto che sta osservando” ha affermato lo stesso Giulierini.

“Stupor Mundi” è, secondo la moderatrice Danzè, un libro molto arioso che, attraverso gli incredibili racconti di 30 oggetti custoditi al MANN, si pone l’obiettivo di raccontare una storia, la nostra. Un oggetto molto particolare tra quelli selezionati, di provenienza indiana, è una statuetta eburnea rinvenuta a Pompei, simbolo di un mondo già caratterizzato da fitti scambi commerciali anche con terre esotiche e apparentemente irraggiungibili come la lussureggiante terra solcata dal Gange.

Dall’India arrivava anche il pepe, apprezzatissimo dai Romani e più volte citato nel “De re coquinaria” di Apicio. Di questa provenienza si è, ormai, certi grazie agli enormi passi avanti, fatti negli ultimi anni, in campo archeometrico. Il Prof. Mollo ha sottolineato l’importanza di questa branca dell’archeologia che, sebbene abbia bisogno di non poche sovvenzioni pubbliche e private, permette di avvicinarci ancora di più alle storie degli uomini di ieri, grazie alla quasi totale attendibilità delle analisi di laboratorio.

Un libro, quello scritto dal Prof. Mollo, che adotta un linguaggio tecnico, capace di prendere per mano il lettore e condurlo quasi a spasso per uno scavo. Un libro che approfondisce in chiave antropologica, sociale, commerciale e culturale il processo di osmosi quasi necessario tra queste due Terre di Sicilia e di Calabria, dirimpettaie, accomunate dal solleone e legate da quel sostrato liquido che, negli anni ’80, Tozzi e Raf osarono definire un “Grande fratello blu”.

Bisogna riconoscere al Mediterraneo un ruolo di primaria importanza a livello culturale. Una frase inflazionata è quella che associa il Mare Nostrum all’onorevole titolo di “Culla della democrazia”. Un titolo che spetta a pieno diritto a questo mare che, sebbene non sia più politicamente al centro dell’Europa, ha ricoperto, ricopre e ricoprirà per sempre un ruolo fondamentale per l’intera presenza umana sulla Terra.

Rosario Patti

Sono Rosario e faccio tante cose. Adoro sognare, l'ironia, i libri, i pranzi di Natale ed essere autentico a 360°. Mi piace chiacchierare di Arte, di mete da esplorare e di musica. Amo la poesia e il dialogo con le persone che mi circondano.

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